In a Baroque Mood
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In a Baroque Mood

Questo  lavoro racchiude la rivisitazione in chiave moderna di otto composizioni, di Claudio Monteverdi, Cipriano de Rore, Georg Friedrich Händel, Tarquinio Merula, due di Henry Purcell e due di Johann Sebastian Bach.
“E' un disco che avevo in mente di fare da tempo, un  progetto che nasce dal desiderio di coniugare i due percorsi musicali che maggiormente hanno condizionato la mia attività artistica: il primo in età giovanile,  vicina per studi ed esperienze al mondo classico, il secondo maturato successivamente, in cui mi sono avvicinato alle “altre musiche", al jazz e alla musica improvvisata.
Un trait d'union quindi tra passato e presente. Due mondi apparentemente lontani che in realtà convergono in diversi  punti, uno su tutti la prassi improvvisativa, abilità già in uso nella musica antica e che in questi spartiti trova ampio spazio di fusione con la modernità”. E aggiunge: “Sulla base di questo presupposto ho registrato alcuni titoli di compositori di età barocca e tardo rinascimentale e li ho interpretati secondo una mia visione, influenzata da sonorità e soluzioni di stampo prettamente jazzistico, cercando comunque di rimanere sempre equilibrato e rispettoso tra la partitura originale e il mio apporto ‘contemporaneo’."
A impreziosire il progetto c’è un cameo del trombettista Giovanni Falzone in “Canzonetta spirituale sopra alla nanna” di Tarquinio Merula (traccia n.8), che contribuisce a creare un flusso di note tra gli spazi di una melodia rarefatta e avvolta in un’atmosfera decisamente mistica.


1) Lascia ch’io pianga (da G. F. Händel)                                                                                           Celebre aria tra le più apprezzate e conosciute del periodo barocco. Una melodia dolce e riconoscibile che trova il suo punto di forza nella semplicità, qui lasciata volutamente esprimere in tutta la sua leggerezza con un'interpretazione piuttosto fedele all’originale. Piccoli interventi armonici, l’aggiunta di qualche “tensione” e una libera improvvisazione sul tema, la avvicinano a sonorità più moderne e la rendono particolarmente godibile.

2) Preludio II in Do min - Impro (da J. S. Bach)                                                                                        La musica di Bach non ha bisogno di presentazioni. Nel suo DNA vive un codice che la rende universale, moderna, aperta. In questa interpretazione del celebre preludio non si è andati a riprodurlo come regola vuole (non avrebbe avuto senso, visto le innumerevoli eccellenti esecuzioni già disponibili) bensì lo si è preso in prestito per una libera improvvisazione nella quale si sono mantenuti l’armonia di base (già potente di suo), l’enfatizzazione di note caratterizzanti, il movimento della melodia dettata dai “voicing” e della linea di basso. Un composizione caratterizzata da un certo dinamismo ritmico, qui messo ancor più in evidenza dalla scelta di scomporre la cellula originale che diventa spunto per il materiale improvvisativo, mostrando di fatto la versatilità  di questa geniale partitura.

3) Ancor che col partire (da C. de Rore)                                                                                              In origine un madrigale a 4 voci, nel processo di elaborazione lo si è adattato per solo pianoforte, eliminando il testo e aggiungendovi una breve introduzione. Il brano è stato quindi riarmonizzato avvicinandolo a sonorità più prettamente jazzistiche e contemporanee, con un'interpretazione in stile “rubato". La melodia si arricchisce di abbellimenti e note di "contorno" ed è a volte supportata da accordi in stile "jazz ballad", in una rivisitazione che rimanda alla grande lezione di Bill Evans.

4) Music for a While (da H. Purcell)                                                                                                      "Music For a While" è un'aria per voce (di solito soprano o tenore), clavicembalo e viola da gamba. Basata su uno schema ripetuto, la melodia è sostenuta da una linea di basso ascendente alla quale, in questa rivisitazione, è bastato aggiungere un leggero tocco “swing” per fargli assumere le connotazioni di un vero e proprio “walking bass” (classica tecnica del contrabbasso jazz). Muovendosi su armonie già di per sé moderne, la melodia viene a tratti armonizzata per ”block chord”, che con l’aggiunta di leggere tensioni, un andamento tipicamente swing e l’assolo dai richiami be-bop, la avvicinano di fatto a sonorità più mainstream.

5) Sì dolce è il tormento (da C. Monteverdi)                                                                                        Celebre aria per soprano e basso continuo, dove note e parole convivono in simbiosi perfetta. In termini moderni la si potrebbe definire una “canzone” vera e propria, scritta nella classica forma A-A-B-A.
L’alternarsi degli accordi, ora maggiori, ora minori, genera una linea armonica rarefatta e sospesa, una rivisitazione pianistica che seppur liberata dal testo, mantiene quasi inalterato l’impianto originale. Il brano ha dalle connotazioni a tratti volutamente “pop”, così come fu probabilmente pensata all’epoca.

6) Lamento di Didone (da H. Purcell)                                                                                                    
Il “Lamento di Didone” è senza dubbio una delle più belle ed emozionanti pagine della storia della musica, qui trattato con il tutto dovuto rispetto, che certe partiture ispirano.
Melodia e armonia sono state volutamente lasciate intatte nella loro piena liricità e potenza emotiva, cercando nella nuova versione pianistica la stessa forza dell’impianto originale. Il tessuto armonico rigoroso e ostinato impiantato nella tonalità minore, la melodia struggente e delicata, ben si prestano, senza particolari aggiunte o artifici, alla natura romantica del pianoforte che come fosse una voce ne riproduce l'animo e le inquietudini interiori.

7) Preludio XII in Fa min - Impro (da J. S. Bach)                                                                                      Come nel brano precedente, l’approccio a questo preludio è consistito nello scavarne le potenzialità e riproporlo in una chiave di lettura differente. Il tessuto armonico è così ricco di risonanze, ritardi e accordi alterati che non necessita di particolari interventi; si è cercato piuttosto un lavoro di sottrazione che esaltasse l'architettura della composizione bachiana. Il ricco materiale a disposizione diventa  linfa vitale per una esecuzione estemporanea in cui abbandonarsi al flusso naturale delle note;  l’uso del pedale ne enfatizza le dissonanze e amplifica la suggestione, complice la tonalità minore che ne sottolinea l’ambientazione intima e notturna.

8) Canzonetta spirituale sopra alla nanna  (da T. Merula)
Come si evince dal titolo, la composizione originale è un’ammaliante ninna nanna tipica del XVII° secolo. L’elaborazione della partitura originale, scritta per soprano e basso continuo, ha riguardato l'aspetto interpretativo e di arrangiamento del brano, pur lasciando intatta la melodia e l’ostinato ritmico/armonico ora interamente affidati al pianoforte. La novità arriva dall’aggiunta della tromba di Giovanni Falzone che, dopo una breve incursione introduttiva, improvvisa liberamente tra gli "spazi" concessi dalla melodia. L’uso in questo caso di un linguaggio di “rottura” prettamente jazzistico, creano un contrasto timbrico di grande effetto, spiazzante e inusuale, dall’atmosfera decisamente mistica.
Guest: Giovanni Falzone, tromba

Massimo Carrieri: piano
Studio di registrazione: Sorriso Studios - Bari
Ingegnere del suono: Tommy Cavalieri
Pianoforte Gran coda Steinway & Sons by Farina Pianoforte - Ostuni
Prodotto da Sergio Cossu  

Massimo Carrieri è pianista, compositore e arrangiatore, nato a Martina Franca nel 1974, milanese d’adozione dal 1995 di formazione classica e jazzistica.
Un temperamento artistico alimentato da un percorso alquanto eterogeneo: diploma in Organo e Composizione al Conservatorio “G. Verdi” di Milano con Giancarlo Parodi, seguito da quello in Pianoforte Jazz e Composizione Jazz sempre a Milano con Antonio Zambrini e Umberto Petrin; composizione e arrangiamento jazz con Pino Jodice; composizione con Marco Tutino; il perfezionamento in musica per film all’Accademia Chigiana di Siena e il Berklee College di Boston con Luis Bacalov; le varie esperienze e collaborazioni avvicendate negli anni, dal teatro al pop, dal musical alla tv, la personale attrazione per le “musiche del mondo”, le immagini, i viaggi.
Fin da subito la sua attività professionale si sviluppa sia come strumentista che come eclettico compositore ed arrangiatore, un percorso nel quale si sono avvicendate esperienze e collaborazioni tra le più variegate, tra orchestre sinfoniche (“I Pomeriggi Musicali” e “G. Cantelli” di Milano, l’Orchestra Internazionale d’Italia), big band (Verdi Jazz Orchestra, Salerno Jazz Orchestra), programmi Rai, musica di scena per spettacoli teatrali, collaborazione in fase di registrazione con figure di rilievo internazionale come Antonella Ruggiero, Chiara Civello, Fabrizio Bosso, Nicola Conte, Lica Cecato (Brasile), Marco Tamburini, Gianluigi Trovesi, Charles Hayward (UK), Roberta Mameli, Cristina Zavalloni, Serena Fortebraccio, Chris Marianetti (Found Sound Nation, NY), Land Observation (UK), Massimiliano Pitocco e gli “Aire de Tango”, Nico Morelli, Achille Succi, Vertere String Quartet, gli australiani Phil Rex e Sam Bates, Luca Dirisio, gli attori Maurizio Crozza e Gioele Dix, lo scrittore e regista Donato Carrisi. Alcuni suoi lavori orchestrali  sono state eseguiti sotto la direzione di Alessandro Ferrari, Ermir Krantja, Alberto Veronesi.
Nel 2007 pubblica “Seven”, album che lo presenta al pubblico nella veste di composer/performer. Registrato in completa solitudine in un monastero tra le campagne del Salento, Seven segna l’inizio di un nuovo percorso artistico, strettamente personale. Sette composizioni originali per pianoforte che lo porteranno nell’aprile del 2009 a New York per un concerto presso la “Renee Weiler” Concert Hall, a cui farà seguito un tour in Australia, con esibizioni anche nella prestigiosa sala del BMW Edge a Melbourne e nello storico jazz club Bennetts Lane.
[Vincitore al concorso DEMO/MOVIN’UP 2009, programma di sostegno alla mobilità degli artisti italiani nel mondo promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri (Dipartimento della Gioventù), Ministero per i Beni e le Attività Culturali e GAI(Giovani Artisti Italiani)]
Nel 2011, dopo un periodo vissuto nella “grande mela” rientra in Italia e pubblica “Zahir” (Effemusic), un concept album in cui affiorano atmosfere tipicamente “world music”; un’opera introspettiva, simbolica e dai contenuti spirituali. Nel disco sono presenti la cantante salentina Imma Giannuzzi degli Arakne Mediterranea e Salah addin Roberto Re David, musicista collegato alla tradizione islamica di provenienza sufi.
Nel novembre del 2018 pubblica "Le Clair”, nuovo singolo e video con il quale torna alla sua prima forma espressiva: il pianoforte.
Nella primavera 2021 pubblica “Time goes away”, singolo maturato durante il periodo della pandemia che invita alla riflessione sul tempo che scorre.
Tra le sue opere più rappresentative c’è da annoverare la “Pan-American Suite”, composizione per orchestra ritmica-sinfonica che ha diretto personalmente in occasione della prima esecuzione nazionale avvenuta nella prestigiosa Sala Verdi del Conservatorio di Milano. (Novembre 2021)
Tra i maggiori festival ai quali ha preso parte si annoverano Time Zones, Sound Res, Melbourne Italian Festival (Australia), Classical Next (Amsterdam, Progetto di internazionalizzazione Puglia Sound 2015), Serate Musicali (Milano), Corciano Festival, UNESCO Jazz Festival, Piano City Milano, Piano City Palermo, Piano City Napoli, Jazzit Festival, Risonanze Expo, Festival della Valle d’Itria.


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